La cattura by Mark Bowden

La cattura by Mark Bowden

autore:Mark Bowden [Bowden, Mark]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: EPUB9788858638293-114359
editore: Rizzoli
pubblicato: 2012-10-24T22:00:00+00:00


6

Dissimulare l’incertezza

Inverno 2010-2011

Nell’autunno del 2010 Ben Rhodes notò che alla Casa Bianca si tenevano con sempre maggiore frequenza incontri ai quali nessuno lo invitava. Da quando aveva preso parte alla stesura del discorso letto da Obama in occasione del conferimento del Nobel per la pace, il presidente aveva sempre commissionato a lui le prime stesure delle dichiarazioni e degli interventi destinati a giustificare le sue scelte di comandante in capo delle forze armate americane. La denominazione ufficiale dell’incarico era «Viceconsigliere per la Sicurezza nazionale addetto alle comunicazioni strategiche e alla redazione di discorsi». Rhodes aveva già iniziato a perdere i capelli, lavorava praticamente giorno e notte e vestiva quasi esclusivamente in giacca e cravatta, eppure a soli trentadue anni ricopriva il posto in assoluto più invidiabile per un giovane americano con i suoi interessi. In genere aveva accesso a quasi tutti gli incontri di alto livello nel campo della sicurezza nazionale.

Occupava una scrivania nel dedalo di piccoli uffici nel seminterrato dell’ala ovest dell’edificio presidenziale, quasi ai piedi delle scale che conducono allo Studio Ovale, a due passi dai corridoi del potere supremo. I locali, claustrofobici e privi di finestre, erano apparentemente umili, eppure i compiti di chi ci lavorava erano essenziali. Questo valeva per tutti gli uomini della Sicurezza nazionale. Lo spazio a disposizione di Rhodes bastava appena per ospitare una scrivania, una sedia, una libreria e una seconda sedia dirimpetto alla sua. Era un ambiente così spartano che si sarebbe detto l’ufficio di uno stagista. Rhodes assisteva il presidente nella redazione dei discorsi, nella messa a punto delle politiche sulla sicurezza e nella scelta del modo più efficace per portare problemi infinitamente delicati all’attenzione dell’opinione pubblica. Rhodes sapeva che da mesi il capo consigliere per la lotta al terrorismo, John Brennan, incontrava il presidente con frequenza inusuale, spesso alla presenza del consigliere presidenziale per la Sicurezza nazionale Donilon. Quelle misteriose sedute avevano un nome a dir poco prosaico: «Gruppo di lavoro John Brennan». Di solito le sale conferenza dell’ala ovest erano sorvegliate da un sistema di telecamere a circuito chiuso che consentiva ai responsabili del personale e ai segretari di seguire gli spostamenti di chi entrava e usciva: ciononostante, quando il «Gruppo di lavoro John Brennan» era in sessione, i monitor venivano oscurati. Forse si temeva un altro attacco imminente ai danni degli Stati Uniti? Venivano presi in esame problemi gravi, magari legati alla proliferazione delle armi nucleari? Non erano molti i temi così scottanti da far scattare un codice di segretezza talmente rigoroso addirittura all’interno del seminterrato della Casa Bianca. Rhodes si sorprese a pensare che forse avevano trovato bin Laden.

Sul finire dell’estate, informato dell’esistenza del complesso di Abbottabad, Obama aveva dato ordine ai responsabili dei servizi di intelligence di appurare e sapergli riferire con esattezza chi ci vivesse. I rapporti si susseguivano a intervalli regolari, e ciascuno di quei documenti era il frutto di sforzi quasi eroici per tenere sotto sorveglianza la misteriosa residenza pur mantenendosi a distanza di sicurezza. I servizi segreti avevano fatto ricorso agli



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